sabato 6 settembre 2014

Murakami - Norwegian Wood

Non delude le aspettative questa storia apparentemente "leggera" e in realtà complessa, una sorta di "educazione sentimentale" ampiamente ispirata ai romanzi ottocenteschi di formazione, che in questo scrittore hanno creato fin da giovanissimo una forte suggestione. La vicenda non è che un lungo flash back del protagonista, Watanabe Toru, giovane studente universitario negli anni dal '68 al 70, e in questo lungo ricordo si intrecciano le storie dei tanti personaggi solo apparentemente comprimari, tutti legati in modo profondo a Watanabe, ciascuno destinato a tracciare un segno forte nella sua vita. Questo modo di raccontare è singolarissimo e assai interessante. Se Murakami pare fare riferimento al Dickens di "David Copperfield", la storia di Watanabe sembra non porre mai il protagonista realmente in primo piano, quanto piuttosto essere strumento che mira al racconto delle altre vite a lui legate. Ne risulta un intreccio ricco benché lineare, complesso perchè ciascuna esperienza narrata sembra una lama che lentamente affonda, che descrive il destino del protagonista, le sue scelte, il tormento adolescenziale unito all'impossibilità di restare indifferente dinanzi ai colpi del destino dei molti che Watanabe ha scelto perchè possano far parte del suo costruirsi. Mi interessava scoprire come uno scrittore giapponese, di cultura diversa dalla mia, potesse narrare una vicenda nella quale i lettori occidentali si sono facilmente identificati, e ho scoperto che tanta cultura occidentale è in questo romanzo, ricco di riferimenti alla letteratura e alla musica pop americana ed europea. Letteratura e musica diventano mezzi potentissimi nel racconto, romanzi e brani celebri che Watanabe ama leggere e ascoltare e sui quali forma la sua identità culturale, che si arricchisce di questa universalità.
Attorno a Watanabe ruotano vite dalle tinte forti, tutte caratterizzate da elementi unici, caratteri che il protagonista osserva per prenderne le distanze o imparare alla ricerca di una propria identità. L'intelligenza e la perfidia di Nagasawa, per fare un esempio, il suo migliore amico nel quale gli è difficile identificarsi, ma che ammira e imita per poi distaccarsene consapevole di una distanza incolmabile da lui. Ma le vite indimenticabili del romanzo sono quelle dei personaggi femminili: Naoko, Midori, Reiko. Tre donne diverse eppure unite da quegli elementi comuni tipicamente femminili - fragilità, sensibilità, forza attrattiva - dalle quali Watanabe sarà in qualche modo travolto. Naoko è l'Amore puro, idealizzato, etereo. Midori è l'Amicizia, la concretezza, la velocità. Reiko è la Donna per eccellenza, la forza, le radici. Tre donne legate alla vita di Watanabe nel biennio narrato, ma destinate a lasciare un solco indelebile in lui.
Su tutto, aleggia una forza "altra" che compare a più riprese nella vicenza, la Morte. Watanabe la sperimenta per la prima volta con la perdita del suo primo migliore amico, Kizuki, e la svolta è già lì. Mirabile il passaggio in cui il giovane comprende la verità ineluttabile, che la morte è parte della vita.
La morte non è l'opposto della vita,
ma una sua parte integrante.
Murakami lo scrive così, come un distico immobile sulla pagina, un principio assoluto che grava sugli uomini, che la scelgono per liberarsi o ne sono travolti loro malgrado.
Luz

9 commenti:

  1. è da un pezzo che questo libro fa (bella) mostra di sè nelle mie scorte.
    di Murakami ho molto apprezzato "Dance Dance Dance".
    ora, la tua recensione mi ha convinto a leggere questo "famigerato" cult.

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    1. Grazie per aver apprezzato. Non ho svelato volutamente dei passaggi fondamentali, so che diversi devono ancora leggerlo. Mi era stato consigliato come prima esperienza di lettura di Murakami, volevo leggere da un po' questo autore ma non sapevo da dove cominciare. Ora sono molto attratta da "Kafka sulla spiaggia". Cosa ti è piaciuto di "Dance Dance Dance"?
      Luz

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    2. in quel libro mi era molto piaciuta la metafora della danza come chiave di volta per capire il senso della (propria) vita.

      la musica e la danza, spesso, riempiono i vuoti dell'esistenza.

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    3. Grazie, anche solo con qualche parola, sono invogliata a leggere anche quello.
      Luz

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  2. Fra i romanzi di Murakami che ho letto finora, Norwegian Wood è quello che mi è piaciuto meno: certamente è un libro che vale la pena leggere, pieno di riflessioni importante, ma l'ho trovato un po'troppo morboso in certi passi. Insomma, la mia preferenza va senza ombra di dubbio al Murakami onirico e fantastico di Dance dance dance!

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    1. Ciao, Athenae Noctua, credo di capire a quale "morbosità" tu faccia riferimento. Posso dire che l'aspetto della sessualità è esasperato, ma tutto sommato non me ne sono sentita infastidita. Mi sarei certamente risparmiata la scena di sesso fra Watanabe e Reiko, del tutto gratuita e inutile. Ma forse non è che un cerchio che si chiude.
      Anche tu consigli Dance Dance Dance, parrebbe quello fra i preferiti di questo singolare scrittore.
      Luz

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    2. A quanto leggo in giro, mi sembra invece che sia Norwegian Wood il titolo più amato, anche se, secondo me e per la mia modesta esperienza di lettura di questo autore (non ho ancora letto tutti i suoi libri), non è il più autentico Murakami. Se ti interessa Dance dance dance ti suggerisco di leggere prima Nel segno della pecora, che è il suo antefatto, anche se la storia si apprezza benissimo senza conoscerlo, è più che altro un consiglio per poter comprendere meglio alcune allusioni.

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  3. Devo decidermi a leggerlo, anche se temo un po' che sia troppo onirico...

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  4. Ok, dopo averlo letto posso dire che le mie aspettative (che non è che fossero molto alte) sono state decisamente deluse...

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