sabato 24 gennaio 2015

L'ora di lezione - Massimo Recalcati

Termino di leggere il libro di Recalcati con una certezza in più: la scuola non è e non sarà mai più il luogo in cui vige l'autorevolezza riconosciuta come tale di chi si siede in cattedra, l'insegnante di oggi è sempre più disorientato in questo difficile mestiere e questo fenomeno è irreversibile.
Nel saggio l'autore si pone una domanda ben precisa. Dove si colloca il limite oggi per un insegnante, come si può spiegare la crisi della scuola? Questo luogo che si fa da sempre specchio dei tempi, nel quale il "maestro" esercita un ruolo non più autorevole e gli allievi sono come impermeabili agli stimoli, è oggi Scuola-Telemaco, e attraversa la terza fase dopo aver attraversato quelle della Scuola-Edipo e della Scuola-Narciso. Dapprima scuola dell'obbedienza, nella quale i discenti cercano di smarcarsi da questo incombente padrone che è l'autorità (del padre biologico e del professore), poi Scuola-Narciso, fatta da quei ragazzi cresciuti e completamente assorbiti dal Sé nella ricerca di una autoreferenzialità che li riscatti da anni di obbedienza, per arrivare alla Scuola-Telemaco, dove i figli di quei padri apparentemente "liberi ed emancipati" non sono che ragazzi soli, privati della figura autorevole del padre, che spesso si pone sul loro stesso piano. Ottima guida pertanto per comprendere fenomeni sociali e dare un perchè a tanti aspetti di questa scuola vessata di oggi. Al di là questa teorizzazione riguardo al progressivo cambiamento della scuola e del suo inevitabile accordarsi all'epoca in cui si realizza, c'è un altro interessante aspetto argomentato in questo libro. Testimoniato in questa e molte altre citazioni:

L'essenziale dell'insegnamento consiste nel mobilitare il desiderio di sapere, nel rendere corpo erotico l'oggetto teorico, si tratti di una poesia di Pascoli o della successione di Fibonacci. Ecco il miracolo della lezione. Trasportare il desiderio.

E si arriva alla missione più autentica dell'insegnante: incidere nelle coscienze degli allievi, saperli trasportare nella dimensione che si svela solo dinanzi agli occhi di bambini e ragazzi trainati nell'incanto dell'apprendere. Essere da insegnanti capaci di conservare lo stupore derivante dalla Bellezza contenuta nei libri, perchè di fatto di Bellezza si tratta. Essere quindi in grado di conservare quella forza necessaria alla trasmissione dei saperi, in grado di accendere curiosità e interesse e di lasciare che ogni allievo scopra quale sia il suo talento. Stupisce che Recalcati sia stato bocciato due volte, la prima in seconda elementare, la seconda alle superiori. In entrambi i casi, il motivo derivava da uno scollamento fra questo allievo e la scuola, nel suo sentirsi totalmente inadeguato a essere un contenitore di nozioni, privato di quella creatività dell'apprendere che nessun insegnante aveva suscitato in lui. Poi, la folgorazione. Bellissimo il capito "Un incontro", dove è narrata la svolta, con una tale partecipazione da commuovere il lettore. La svolta è una professoressa di Lettere che lo porta a rivelare se stesso. Una giovane donna colta e disponibile all'ascolto e all'aiuto, pronta a essere severa ed esigente, e soprattutto presente. Il mistero della scoperta di sé è tutto lì, racchiuso in un incontro giusto, importante, rivelatore e indimenticabile. La vita del giovane Recalcati cambia totalmente, i libri diventano una fonte cui si abbevera e dalla quale non è mai assetato. Straordinario e possente questo racconto, che diventa racconto di un destino. 
Luz

1 commento:

  1. Ho un figlio di diciassette anni. Per questo, e perché nella scuola ho sempre trovato qualcosa di importante, mi trovo spesso a riflettere su questo argomento. Rispetto al passato, Il mondo è diverso, i ragazzi sono diversi, la scuola è diversa. Non può che essere così. Non credo a chi considera male i giovani; sono sicura che dentro di loro esistono risorse che a noi, dall'esterno, non è dato immaginare. A dispiacermi un po' è la difficoltà che hanno a essere stimolati. E' come se sentissero di poter scegliere da soli, senza vedere in un suggerimento - o nell'imposizione scolastica - un'opportunità non dico da cogliere, ma almeno da valutare. Però lo spazio in cui l'insegnante può infiltrarsi esiste ancora, e fa la differenza. Oggi più che mai le sorti della scuola sono affidate alla qualità professionali e umane degli insegnanti.

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