martedì 30 dicembre 2014

Tutto il bello della calligrafia

E' bello ricevere in dono un piccolo set per scrivere come si faceva in epoche lontane. Un set completo perfino di ceralacca per suggellare una missiva. Una boccetta d'inchiostro, diverse punte da applicare alla penna, tampone e carta sopraffina. 
La calligrafia è un'arte pressoché dimenticata, una di quelle belle cose che richiede tempo e dedizione, pazienza e passione, di conseguenza destinata in questo nostro tempo a ritagliarsi una timida nicchia da irriducibili (...sentirsi dire che vedendo il set in bella mostra in una vetrina qualcuno ha pensato esattamente a te, meglio ancora se si tratta di un bambino particolarmente sensibile).
Non v'è stata civiltà del mondo antico che non abbia fatto di questa pratica un proprio fiore all'occhiello, dai greci agli egizi, dagli arabi alle splendide prove di calligrafia dell'estremo Oriente. A pieno titolo nel patrimonio umano e culturale mondiale. 
Calligrafia e arte della spada si somigliano. Nascono dall'armonia tra la forza del polso e il sentimento del cuore. (Anonimo)
Se ci si addentra anche solo un po' in questo universo, si scopre che esistono associazioni e circoli culturali che promuovono la conoscenza di questa pratica, organizzando corsi e convegni. Se tanti storcono il naso dinanzi a ciò, ritenendo che in epoca di touchscreen sia anacronistico parlarne, è sacrosanto che si porti avanti l'idea che i più giovani possano ancora essere educati alla bella scrittura. Attraverso lo studio dei caratteri di un tempo e della loro riproduzione, si insegna qualcosa di fondamentale, oggi sempre più alla deriva: il gusto per il dettaglio, per la lentezza, assieme alla riscoperta del creare con le proprie mani. E se vogliamo essere più diretti: si può insegnare a impugnare una penna o a distinguere lo stampatello dal corsivo, aspetti della nostra comunicazione scritta che oggi sempre più sono trascurati perfino dagli insegnanti.
                                                                                                                                                             Luz

7 commenti:

  1. Un bellissimo dono, ricco di storia ed emozioni! Hai perfettamente ragione a sottolineare l'importanza della scrittura manuale e della bella scrittura: tutto ciò che richiede tempo per produrre eleganza viene ormai svalutato... fino al limite estremo per cui qualche folle propone di abolire dalle scuole la scrittura a mano, cercando una grottesca assimilazione alla macchina e al numero, in una dimensione che soffoca lo spirito e l'individualità.

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    1. Nell'articoletto non ho voluto calcare la mano su questo aspetto, cara Cristina; ma di fatto è un problema non da poco. Nelle scuole primarie si sta sempre più promuovendo l'uso del tablet, pare stiano cercando finanziamenti per l'acquisto di questi apparecchi, uno per ogni alunno. Ma quale opportunità avranno questi bambini, futuri adolescenti e adulti, se non siamo noi insegnanti (oltre alle famiglie, ovviamente) a trasmettere l'importanza e direi il gusto per la scrittura "a mano"? Comunque, pur passando per dei Don Chisciotte che vanno contro corrente, possiamo essere anche eccezione. Io sulla scia di questo regalo, voglio dedicare un'ora a settimana nella mia prima (e forse anche nella seconda classe) a questa attività. Ti saprò dire come va. :-)
      Luz

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  2. E' stato un regalo di grande altruismo e sensibilità e non deve stupire se a farlo è stato un fanciullo,è più dolce il suono,perchè non c'è età per la grandezza d'animo. Mi piace quell'immagine del "pel di carota"che, con la lingua di fuori, tipico atteggiamento involontario che comunica lo sforzo in atto,è concentrato sicuramente in un esercizio di scrittura impegnativo a cui solo il suo cane sembra trasmettere, con quell'implorazione dello sguardo, tutta la sua fedeltà.Ecco,come allora, nulla è cambiato oggi: impegnativo resta,appunto, lo scrivere,come si diceva una volta, in bella calligrafia.Lo sai, cara Luz, che non amo i ricordi, non per la loro collocazione storica ma per la loro stessa definizione a me ostile.Ma come ogni regola che si rispetti ha la sua eccezione ecco perchè una figura dai contorni sfumati, chissà perchè sembrano vagamenti azzurrognoli nella mente di una bambina,che scrive sulla lavagna lettere dell'alfabeto con tanti ghirigori e svolazzi di lieto fine che noi, in silenzio e con la linguetta di fuori,copiamo trattenendo persino il respiro, tanto è l'impegno.Passano gli anni e rimane nel cassetto della memoria,l'ammirazione involontaria per quella che considero un'Arte, nata dall'amore e dalla fatica.E' come una "droga"dovunque si posi il mio sguardo,anche alla posta, non posso fare a meno di "giudicare" la bellezza di quella così lontana eppur tanto vicina, bella calligrafia.Tutti i corsi, i convegni,come dici tu,Luz,associazioni, circoli culturali, ecc.ecc.tentano una rinascita che è "l'isola che non c'è".Troppi stimoli, il tutto e subito,la conquista veloce, il voler dimostrare sempre e a tutti i costi qualcosa...quant'altro ancora, noi che siamo testimoni quotidiani, insegnanti alla ricerca del tempo perduto....ma.....pensandoci un pò, credo ci sia una speranza: la scelta, quella di restare oppure quella di andare oltre. Noi, cara Luz, l'abbiamo già fatta!
    Cris

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    1. Cara Cris, io e te, che spesso siamo insegnanti molto "naif", possiamo tentare questa impresa. Ne parliamo a scuola. Tu sai che quest'anno darò il grande addio, quindi quale migliore occasione se non questa per lasciare un ottimo ricordo in questi pargoli così desiderosi di imparare?
      Luz

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  3. Qualche anno fa in edicola c'era stata una bella iniziativa sulla calligrafia. Purtroppo avevo trovato solo il primo numero e poi è stata dimenticata, almeno nella mia zona.
    Ho sempre amato la scrittura a mano libera, gli inchiostri, le carte pregiate, i taccuini... Penso dicano moltissimo della persona.

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    1. Ciao, Paola, adesso che ti leggo ricordo anch'io che deve esserci stata un'iniziativa editoriale. Mi sono imbattuta ultimamente in una sulla scrittura creativa, dovrebbero promuovere nuovamente questa sulla calligrafia. Hai prodotto delle cose tue che hai conservato?

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  4. Cara Luz, se non fossimo colleghe da tempo e se non usassimo con i ragazzi quell'insegnamento che entrambe adoriamo dell'"Attimo fuggente", con passione ma anche con fatica, mi verrebbe voglia di scuotere quell'incoscio silente e suadente, spesso cattiva coscienza, che salendo lentamente e prorompendo in un balbettio un pò convulso ma decisamente comprensibile, esplode in un:"guardarsi intorno per riveder miseria nell'intelletto,meschinità negli atti e povertà d'intenti.."Lo sai a cosa voglio arrivare,il tuo "buon proposito" s'infrangerebbe sugli scogli dell'incomprensione oppure, sapendo che troveresti più di un'occasione,costruiresti "un'isola felice" che, lo sai, non condividerei.Però,pur essendo,mi rendo conto, eccessivamente pragmatica,mi piace mettermi in gioco e sperimentare, essere "naif" come dici tu. Allora,dai, io ti sono a fianco!
    Cris

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